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Cetraro, inchieste e "pensionamenti" hanno cambiato i vertici dei clan

I tavolini ridotti in cenere e quella parete annerita. I cetraresi sono ancora storditi dalle sirene dei vigili del fuoco che, una settimana fa, si sono precipitati sul lungomare della cittadina dell'Alto Tirreno per spegnere un incendio appiccato all'esterno di un chiosco.

Prima gli interventi tempestivi per domare le fiamme, poi - come è di prassi - l'arrivo delle forze dell'ordine per cercare di definire la natura di quel rogo. Risposte non semplici da dare soprattutto nell'immediatezza dei fatti perché gli inquirenti hanno le bocche cucite e non si esprimono sulla natura dell'incendio. Eppure in alcuni casi ci sono elementi palesi dell'origine dolosa.

Ciò che sicuramente ha lasciato perplessi i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni è l'aumento a Cetraro, anche nei mesi del lockdown, di attentati incendiari e di episodi che sembrano avere quasi il marchio della criminalità organizzata.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Messina

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