Trentanove anni fa l’uccisione dell’imprenditore Lucio Ferrami, vittima della ’ndrangheta. Oggi, come da sei anni a questa parte a Acquappesa, la commemorazione di questo uomo, padre e marito, morto a 32 anni in località Zaccani. Ad organizzarla l’associazione antiracket che porta il suo nome, presieduta da Marco Moretti. Una cerimonia sobria nel rispetto delle norme anti contagio, a cui hanno partecipato i familiari e amici stretti. Tra loro anche don Ennio Stamile, referente di “Libera” Calabria, e dei soci dell’associazione. Maria Avolio, vedova Ferrami, da sempre porta avanti il messaggio di cittadinanza attiva e di legalità, un impegno che pure l’associazione “Ferrami” si propone di rendere concreto con il coinvolgimento delle scuole. Il consigliere regionale Antonio De Caprio, presidente della commissione regionale contro la ’ndrangheta e l’illegalità diffusa, ha inviato un messaggio di vicinanza all’associazione “Ferrami” e ai familiari dell’imprenditore cremonese, morto 39 anni fa per mano della criminalità organizzata. Ulteriori approfondimenti nell'edizione di domani di Gazzetta del Sud acquistabile in edicola o nello store digitale.