È difficile che la Calabria possa tirarsi fuori in tempi brevi dalla zona rossa. Addirittura impossibile se si valutano le performance che la sanità territoriale sta inanellando da giorni a Mormanno, piccolo borgo nelle viscere del Pollino. Dopo la decisione di costituire unità di continuità assistenziali fai-da-te con volontari del posto tra medici, dentisti, farmacisti, veterinari e infermieri, per sostituirsi alle Usca che in questo territorio non sono state ancora istituite dall'Asp, è emerso un nuovo grave problema, denunciato dall'ex consigliere provinciale, Gianluca Grisolia. "Purtroppo, ne scopriamo una al minuto. Il sindaco Giuseppe Regina si è adoperato per prenotare 20 tamponi dopo i casi positivi registrati a Mormanno. Ha spiegato all'Asp che si tratta di persone che non possono recarsi fino a San Marco Argentano (separati da 70 chilometri d'asfalto) perché non completamente autosufficienti. Quindi è indispensabile fare i prelievi a Mormanno. Poco fa, dagli uffici castrovillaresi dell'Asp di Cosenza ci è giunta notizia che i tamponi sono finiti. E, intanto, che facciamo? Chiediamo al virus di non avere fretta? In attesa di una diagnosi, se già presenti sintomi, aspettiamo che l'Asp si ti fornisca di tamponi e li lasciamo intanto in casa senza poter far nulla?". Ma non è tutto. "A Mormanno un medico quasi massimalista va in pensione - conclude Grisolia - e che facciamo? Niente. Oggi a mormanno ci sono cittadini neanche formalmente assistiti. L' Asp è allo sbando".