Gli ospedali, i nostri ospedali, di questi tempi, sono fronti di guerra. Non si entra nemmeno in codice rosso. È così all'“Annunziata” e negli altri fortini anti-covid della sanità provinciale. Le richieste di ricovero viaggiano via telefono, da un reparto all'altro, da una palazzina all'altra. Si cerca un varco che non si trova e, nel frattempo, si spera che il paziente sopravviva all'attacco del virus. Ieri, nel Pronto soccorso di Cosenza c'erano 14 pazienti covid positivi in attesa di un letto. Alcuni col respiratore attaccato alla bombola d'ossigeno. Il leader Fismu (che è la Federazione sindacale dei medici uniti), Claudio Picarelli, denuncia: «Stazionano in tutto il Pronto Soccorso perché i reparti deputati al ricovero hanno esaurito i posti letto, reparti dove peraltro sono carenti anche i Dpi. Siamo già dunque nella fase più temuta, quello del collasso del sistema sanitario, incapace di dare assistenza ai pazienti. Considerata la dimostrata inadeguatezza del commissario ad Acta, della giunta regionale in carica, e dei commissari delle varie aziende sanitarie peraltro in scadenza di contratto, chiediamo che sia direttamente il presidente del consiglio, coadiuvato dal ministro della sanità ad avocare a sé provvedimenti urgenti e adeguati all'attuale grave criticità». L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza.