"Togli le fotografie dell'avvocato Manna e non ti permettere di scrivere più di Patitucci. La prossima volta ti tagliamo la testa!": Michele Santagata, blogger di uno dei siti più seguiti della Calabria settentrionale era stato pestato a sangue il 9 settembre scorso, vicino alla sede del blog in pieno centro a Cosenza. Le urla dei passanti avevano costretto gli aggressori a fuggire dopo che Santagata era ormai a terra. Per quel feroce pestaggio sono stati arrestati Marco Lucanto 30 anni e Antonio Procopio 33 di Casali del Manco. Lucanto e Procopio hanno avuto in passato guai giudiziari: il primo per droga e reati contro il patrimonio e il secondo per danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale. La Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, ha loro contestato i reati di minacce gravi e lesioni aggravate dal metodo mafioso. La vittima, finita al pronto soccorso, aveva fornito alla Mobile di Cosenza, guidata da Fabio Catalano, una serie di indicazioni sui "picchiatori" ed i poliziotti con indagini articolate e serrate, li hanno identificati e arrestati per ordine del Gip di Catanzaro, Paola Ciriaco. Gli indizi sono univoci e concordanti: oltre alle dichiarazioni e al riconoscimento fatto dal blogger, vi sono le indicazioni di due testimoni oculari ed i filmati degli impianti di videosorveglianza della zona. In casa dei due indagati, i poliziotti del questore Giovanna Petrocca, hanno trovato e sequestrato pure i vestiti che Luca ti e Procopio indossavano al momento del pestaggio. Michele Santagata si era in quei giorni si era interessato del processo per omicidio "aggiustato" dal giudice Marco Petrini a Catanzaro a favore del boss di Rende Francesco Patitucci, pubblicando la foto che ritrae l'avvocato Marcello Manna, legale di Patitucci e attuale sindaco di Rende, mentre consegnava una busta al magistrato corrotto. Per questo fatto sia il boss che il legale (insieme con l'avvocato Luigi Gullo) sono indagati dalla procura di Salerno. Il giudice Petrini, peraltro, sentito in incidente probatorio nella città campana, ha ammesso di aver ricevuto soldi e di aver "aggiustato" il processo. Dopo l'aggressione a Michele Santagata, l'avvocato Manna aveva sporto denuncia contro ignoti che lo avevano tirato in ballo durante l'azione criminale. L'inchiesta sul grave episodio compiuto a Cosenza è stata condotta dal pm antimafia Vito Valerio e coordinata dal procuratore Gratteri e dall'aggiunto Vincenzo Capomolla. Michele Santagata era stato stato già avvicinato e minacciato per aver parlato in altre occasioni del boss di Rende, Francesco Patitucci. Lo ha raccontato il blogger ai poliziotti della Mobile di Cosenza: "È accaduto circa due anni addietro, vicino un bar del centro. Mi avvicinarono due persone, una di queste era Franceco Noblea, ora collaboratore di giustizia, che mi insultarono e mi aggredirono". Francesco Patitucci, come svelato dalle indagini svolte dalla polizia è ritenuto il "reggente" delle cosche storiche operanti su Rende e Cosenza e nel 1997, duramte il maxiprocesso "garden" in cui si ricostruiva per la prima volta la storia della criminalità organizzata attiva nel capoluogo della Calabria settentrionale, il boss veniva indicato come "santista", uno dei gradi di maggiore influenza previsti dalla 'ndrangheta. Patitucci è attualmente imputato davanti alla Corte di assise di Cosenza per un duplice omicidio consumato a Rende nel 1986, quello di Marcello Gigliotti e Francesco Lenti (quest'ultimo venne decapitato con una falce) picciotti del clan guidato dal padrino Franco Pino eliminati all'interno di una casa messa a disposizione proprio da Patitucci . Non solo: il boss rendese è indagato a Salerno, insieme con i suoi avvocati, Marcello Manna e Luigi Gullo, per corruzione in atti giudiziari insieme con l'ex presidente dell'Assise di Catanzaro, Marco Petrini. Infine, la sua posizione è al vaglio della Corte di Cassazione in relazione all'omicidio di Luca Bruni "reggente" della omonima cosca, avvenuto il 3 gennaio del 2012 sempre a Rende.