L'“Annunziata” di Cosenza resta lo specchio dell'epidemia, il fronte più esposto dove il virus s'affaccia giorno e notte per colpire le sue prede. Colpisce e, qualche volta, uccide. Muoiono pazienti in coda nel Pronto soccorso, e muoiono i ricoverati nei reparti di degenza e in terapia intensiva. Qualcuno muore persino prima d'arrivare, com'è successo a un ottantaseienne di Francavilla Marittima, martedì sera. Il suo cuore s'è fermato sull'ambulanza che correva verso Cosenza. Il tampone post mortem ha confermato la positività al covid. Morti, troppi morti. La curva dei decessi continua a salire velocemente, secondo traiettorie, per il momento, lineari. In sette giorni sono state contate 17 vittime. Il dato della mortalità nel Cosentino è passato dai 66 decessi del 13 novembre agli 83 di ieri. Tanti morti che, in alcuni casi, nutrono gli inevitabili dubbi che sorgono sulla reale resilienza dei servizi sanitari. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Cosenza.