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Cosenza ha paura: 2.662 positivi negli ultimi ventiquattro giorni

Ieri 63 nuove diagnosi ma si registra un netto crollo nell’attività di testing in tutta la regione. Positiva una maestra dell’asilo.

L’ospedale Annunziata di Cosenza

Il Cosentino si risveglia fuori dalla zona rossa in mezzo a un altro mondo, un mondo inquieto, di paure, sfasciato dall’epidemia. I ventiquattro giorni (dal 6 al 29 novembre) di lockdown morbido hanno trasformato il virus in un ariete puntato su questa terra. Il morbo è arrivato anche dove non era mai stato prima, ha messo a letto adulti e bambini, ha ucciso gli anziani nelle residenze sanitarie. Il bilancio della stretta è intriso di orrori e di timori con 66 vittime (in media quasi tre al giorno), 100 pazienti ospedalizzati e 2.662 positivi in più. Una misura, dunque, che non ha prodotto gli effetti sperati ma una valanga di casi che ieri è sembrata improvvisamente rallentare (insieme all’attività di testing, visto che i nuovi soggetti testati in tutta la regione sono stati appena 1.575) con appena 63 nuove diagnosi. Il problema sono i decessi che, invece, non fermano mai. Nell’ultimo bollettino se ne contano altri sei. Tre pazienti deceduti in pronto soccorso (un 81enne di Cosenza, un 68enne di Corigliano Rossano e una 83enne di Cosenza), uno in Geriatria (un 94enne di Mormanno), uno in Rianimazione (un 77enne di Sant’Agata d’Esaro) e una 85enne di Cosenza nel Polo Covid di Cetraro dove era giunta nella notte, dall’“Annunziata”, insieme a un’altra dozzina di pazienti in attesa nel Pronto soccorso finalmente svuotato (ieri sera c’erano solo 11 degenti, dieci dei quali saranno trasferiti oggi nell’ospedale militare da campo).

Chiudere le scuole

Col tracciamento saltato, il rischio è che il virus possa circolare liberamente. Si teme che il ritorno della didattica in presenza (in città è già ripresa con la sola esclusione delle Superiori) possa rivelarsi un moltiplicatore del contagio. Per questo, il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, chiede al sindaco, Mario Occhiuto, di chiudere le scuole, di non ignorare l’appello dell’Asp e quello dei pediatri della provincia e alla luce anche del nuovo, ultimo, in ordine di tempo, caso di contagio in una scuola dell’infanzia della città bruzia che ha portato alla chiusura della scuola e costretto adesso alla quarantena tutti i bambini e il personale scolastico.

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