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Cosenza, sanità in ginocchio senza infermieri

Ne mancano cinquemila nella nostra regione di cui un migliaio nel Cosentino: in difficoltà strutture pubbliche e private. «Reggono un sistema che altrimenti sarebbe crollato. In passato forniti numeri diversi dalla realtà»

Una protesta di infermieri davanti all’Annunziata

L’Asp sta correndo ai ripari per aiutare le strutture pubbliche. Ma sono in difficoltà anche molte Case di cura private ed Rsa. Mancano infermieri. Una lacuna che si nota ancora di più in tempo di Covid.  Dove sono gli infermieri? Quanti sono? Quanti ne mancano? Sono le domande più frequenti alle quali si cerca una risposta non facile da dare. «Iniziamo con il dire che gli infermieri servono, che è diverso dal mancare», afferma il presidente dell’Ipasvi, Fausto Sposato, «servono perché sono gli unici responsabili dei processi assistenziali, lo dice chiaramente il nostro profilo; gli infermieri servono perché sono gli operatori più vicini ai pazienti ed ai loro bisogni; gli infermieri servono perché senza di loro non ci sarebbe assistenza, soprattutto in questo periodo e per la tipologia di pazienti; gli infermieri servono perché i processi intermedi vengono governati da figure infermieristiche come i coordinatori; gli infermieri servono perché hanno competenze specifiche e professionalità che nessuna altra figura possiede; gli infermieri servono perché da anni stanno reggendo un sistema che altrimenti sarebbe crollato.

Dove siano gli infermieri bisognerebbe chiederlo alle varie Aziende sanitarie che per troppo tempo hanno comunicato numeri diversi dalla realtà».
Ad oggi mancano, in Calabria, quasi cinquemila infermieri per garantire la normativa europea sull’orario di lavoro. Le graduatorie attive stanno terminando e questo porterà ad un vuoto di personale che ricadrà sulla qualità dell’assistenza.

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