Cosenza

Domenica 28 Aprile 2024

Castrovillari, nelle carte dell’inchiesta sull’usura compare il procuratore Rizzo

Eugenio Facciolla

La strana storia del procuratore. Nelle carte dell’inchiesta sull’usura, che nella giornata di ieri ha portato a 10 arresti, compare il nome dell’ex capo della magistratura inquirente castrovillarese, Agostino Rizzo. Un uomo all’antica, andato in pensione dopo una carriera trascorsa in larga parte in Calabria. Il magistrato è il suocero di uno dei principali indagati, Andrea Maradei, da ieri in carcere. E siccome l’uomo, contando sulla complicità di un funzionario del palazzo di giustizia, Antonio Pace, ha scoperto nel 2018 di essere indagato tenta attraverso il padre della moglie, Daniela Rizzo, di entrare in contatto con il procuratore capo della città del Pollino, Eugenio Facciolla. l vecchio togato pensa, forse, di poter risolvere la questione parlando con il collega. Non immagina che il suo successore sta monitorando tutto ed ha pure scoperto che Andrea Maradei è implicato in gravi fatti criminosi. Rizzo bussa più volte alla porta di Facciolla ma questi non lo riceve.  È la figlia a raccontarlo al marito, ignara d’essere costantemente intercettata. «Ho trovato papà con una faccia scura... è molto amareggiato perché da un collega non si aspettava, queste, queste lungaggini». Poi aggiunge: «No perché papà ha detto: “la cosa è una scemenza, quindi non mi preoccupa minimamente... ma io ho la mia dignità e se mi chiama oltre oggi lo mando a quel paese e gli dico: io da un collega mi sarei aspettato un atteggiamento diverso”». E sempre al marito che la sta ad ascoltare e le dice di aver contattato un funzionario della Procura che gli ha rivelato che il procuratore capo «non c’è o è stato impegnato»,  ribadisce: «Guarda mai, mai così scuro in viso papà... ha detto “proprio da un collega una cosa del genere non me la sarei mai aspettata”». Maradei dal canto suo sottolinea di essere andato a trovare il funzionario “amico” in Procura e spiega «fino a dieci minuti fa ancora non sapeva nulla, perché dice che neanche oggi c’è Facciolla!».  L’ex procuratore Agostino Rizzo non otterrà mai di essere ricevuto dal magistrato che sta indagando sul disinvolto genero che, non solo è implicato in un giro di usura, ma addirittura traffica in armi. Già, vende pistole a due laziali finiti ora in galera insieme a lui. Incredibile. E gli strumenti di morte messi in commercio clandestinamente dal genero del magistrato, li procura Damiano Diodati, di Terranova da Sibari, finito, adesso, a sua volta in manette.

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