Oltre al danno, la beffa. Non solo il divieto, per il Covid e le conseguenti restrizioni, d’un rito funebre secondo la liturgia della fede cattolica. Anche l’impossibilità di ottenere, legittimamente, un luogo in cui continuare ad onorare il defunto. Ad oggi sono ottantaquattro le salme in attesa di sepoltura, quasi la metà della media annua, nel vecchio cimitero di Rende. Ad oggi non esistono nemmeno gli atti amministrativi per la costruzione di nuove edicole funerarie (solo studi di fattibilità) a comprova di mancanza di sensibilità oltre che di volontà: «Se non vogliono rispettare i vivi che rispettino i morti», scrivono da un costituendo gruppo di “Cittadini rendesi politicamente impegnati”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza