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Cosenza, il collettivo Fem.In Cosentine in Lotta: "Donati 320mila all'Annunziata. Che fine hanno fatto?"

La denuncia del Collettivo Femminista Intersezionale: ""La dirigenza - affermano - si rifiuta di risponderci"

L'ospedale Annunziata di Cosenza

Dopo aver effettuato una donazione di 320mila euro all'Annunziata, il collettivo "Fem.In. Cosentine in Lotta" si interroga se e come siano stati investite queste risorse. "La dirigenza - affermano - si rifiuta di risponderci".

"Nonostante da anni i/le cittadini/cittadine calabresi vedano negarsi il diritto alla salute, dallo scoppio della pandemia è stata tanta la solidarietà mostrata da tutta la popolazione. E se da cittadini - sottolineano - oltre a pagare le tasse per un diritto che non ci viene garantito (a causa di una connaturata mentalità clientelare e di una gestione politica e masso-mafiosa dei fondi pubblici che va avanti da decenni) ci apprestiamo a donare somme per fronteggiare l’emergenza Covid-19, il minimo che pretendiamo è un utilizzo tempestivo, corretto e trasparente di quanto raccolto".

La raccolta fondi "Cosenza Anti-Covid"

"Nel caso dell’A.O. dell’Annunziata, si è conclusa - prosegue la nota - a fine marzo la raccolta fondi “Cosenza Anti-Covid” organizzata da liberi cittadini tramite piattaforma autorizzata. Dopo la rassicurazione del beneficiario per conto dell’A.O. nella persona di Achille Gentile circa l’immediato utilizzo della somma, pari a €128.790,79, nonché la promessa di pubblicazione delle modalità di spesa, vediamo passare oltre due mesi - ricordiamo in piena emergenza- per la deliberazione ufficiale delle somme acquisite".

"Deliberazione mai pubblicata"

La deliberazione non è mai stata pubblicata e dopo aver fatto una formale richiesta di accesso agli atti, riceviamo un documento che non è affatto esaustivo. La deliberazione che riceviamo, infatti, mette insieme tutte le donazioni ricevute, da più parti, dichiarando una somma percepita di circa 320 mila euro e di una spesa di 259 mila e passa, senza che siano state mai pubblicate le fatture e gli indirizzi di spesa specifici, bensì un foglio Excel fatto al momento che tutto dice e niente afferma come mostrano gli allegati. Peccato che lo strumento dell’accesso agli atti tanto quanto l’obbligo di trasparenza circa le attività svolte da un pubblico ente siano un diritto ed un dovere a prova di legge. In sostanza, se in quanto donatrice di uno dei vari crowdfunding ti domandi come e quando sia stato speso il denaro ricevuto dall’AO, a parere degli Affari Generali dovresti accontentarti di una risposta lacunosa, incompleta e avvolta da quel velo di ostruzionismo che ormai ci risulta familiare.

Le domande poste dal Collettivo

A questo punto, però, abbiamo alcune domande:

- Come mai non vi è stato un utilizzo totale di queste risorse? (la deliberazione n°84, che alleghiamo, parla di € 320.707,73 ricevuti per donazioni a fronte di una spesa di € 259.518,96)

- Perché non sono stati resi noti in maniera effettiva e specifica gli acquisti nonché gli enti presso i quali sono stati effettuati?

Purtroppo sappiamo che il problema non riguarda soltanto i soldi donati da enti e cittadini ed è per questo che continueremo a denunciare quanto accaduto nell’intera gestione della pandemia in Calabria, dai ritardi e le nefandezze del Governo centrale al dolce dormire della giunta regionale. Questa terra è di chi la vive e tutti noi meritiamo di più. Meritiamo di poter restare, di non veder sparire soldi, farmaci, medici, apparecchiature. Meritiamo strutture aperte ed efficienti e personale sanitario contrattualizzato dignitosamente e in numero sufficiente. Sulla nostra salute c’è un business enorme, che finanzia le campagne elettorali di politici intollerabili di centro destra e di centro sinistra e lascia due milioni di persone in balia di viaggi della speranza, cliniche private e rinuncia alle cure.

La nostra lotta - concludono - non finisce qui e non vi daremo tregua.

 

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