I numeri tornano a rivelarsi luogo di conflitto e di riflessione nello spazio infinito dell’epidemia in questa terra che affascina e spaventa. Il brusco risveglio del virus dentro statistiche addormentate da giorni non deve essere considerato uno scenario allarmante. Almeno, in queste ore. Il rialzo dei nuovi casi di giornata rappresenta, più ragionevolmente, la prova della ritrovata armonia nel ritmo di un’attività di tracciamento e di testing che ha fatto perdere la falsa innocenza natalizia al morbo, restituendogli i connotati di belva affamata e assai pericolosa. Certo, i 139 casi messi a referto dall’Asp nel bollettino di ieri confermano la crescita della curva epidemica nel Cosentino (andamento sottostimato durante le feste di Natale a causa del crollo dell’attività di ricerca) e delle ospedalizzazioni. Un progressivo ulteriore incremento dei casi attualmente positivi potrebbe determinare ulteriori segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi un nuovo pericoloso sovraccarico ospedaliero. Ieri oltre alle 139 nuove diagnosi è finito nel bollettino anche il decesso di una persona in isolamento domiciliare che porta il totale dei morti del nuovo anno a quota 15 (poco meno di 3 vittime al giorno). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza