«Quasi sempre totalmente assente dall’ufficio, diserta le riunioni, si disinteressa delle attività dei suoi ospedali e utilizza i laboratori ospedalieri per far fare tamponi ed esami medici, come le Tac, a parenti e amici». Con queste parole il Gip del Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, descrive la «condotta» del dottor Vincenzo Cesareo, dirigente medico dell’Asp e soprattutto ds dello Spoke Paola-Cetraro. Da anni il suo nome è sinonimo della sanità cosentina sulla costa tirrenica, ricoprendo da tempo ruoli apicali. Eppure, a leggere le oltre 700 pagine di ordinanza, ne viene fuori una fotografia inquietante. Da circa dieci mesi, quindi nel cuore della pandemia, i carabinieri del Nas di Cosenza lo seguono e ascoltano le sue conversazioni. Un Gps, inserito nella macchina di servizio (una Panda dell’Asp) registra ogni movimento e scatta frame che avranno una rilevante importanza investigativa. Intercettazioni, immagini e riscontri: è voluminoso il fascicolo che il procuratore capo, Pierpaolo Bruni, affida al pm Teresa Valeria Grieco e che ieri mattina ha portato a eseguire una misura di interdizione dai pubblici uffici per un anno proprio a carico di Cesareo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza