Ha buttato la droga nel water per sfuggire all’arresto ma è riuscito solo a intasare lo scarico. Non aveva messo in conto che il sacchetto di cellophane, con circa trecento grammi di marijuana dentro, avrebbe avuto difficoltà a scivolare, a farsi strada, nelle tubature.
È accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti Alessandro Di Fino, di trentotto anni, arrestato dai carabinieri della Compagnia cittadina – diretti dal capitano Giuseppe Merola – nel corso di un blitz all’interno della sua abitazione in via Vittorio Veneto. C’era una processione di gente strana in quella palazzina. L’equipaggio d’una pattuglia dell’Arma – nel corso d’un giro di routine per il controllo del territorio – aveva notato un pellegrinaggio di persone più o meno note nell’ambiente degli assuntori di sostanze stupefacenti. Inizialmente s’era ipotizzata una coincidenza fortuita. Un caso. È bastato stare lì, un po’ di tempo, però, perché il sospetto potesse ingrossare fino a straripare in una quasi certezza. Insomma di lì a poco i carabinieri avrebbero constatato che la coincidenza non fosse fortuita ma intenzionale, voluta. Quelle persone arrivavano davanti alla palazzina, si guardavano intorno, quasi tutti, con la stessa aria di circostanza e poi infilavano il portone, sparivano. Per ricomparire dopo pochi minuti. Una scena già vista dieci, cento, mille, un milione di volte. Non c’era mica da stare a costruire ipotesi e complessi teoremi per aver certezza che quella gente andasse lì, in quella palazzina, per far rifornimento di roba da sballo. Non restava che verificare, allora. Individuata l’unità immobiliare è scattato il blitz. Quando i carabinieri si sono presentati alla porta il trentottenne ha arraffato il sacchetto di cellophane che stava sul tavolo del soggiorno e s’è rifugiato in bagno. Prima che i militari dell’Arma facessero irruzione ha tentato di disfarsi della roba buttandola nel water. Tirato lo sciacquone credeva d’aver eliminato le prove o, se si preferisce, il cosiddetto corpo del reato. Un tentativo disperato destinato non produrre granché. Il sacchetto ha finito per intasare la colonna montante della palazzina. L’operazione di recupero non è stata agevole, ma alla fine l’involucro è venuto fuori. All’interno c’era circa mezzo chilo di marijuana bagnata. Nel corso della perquisizione domiciliare, i militari dell’Arma hanno trovato pure due grammi di hascisc, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento della droga e poco più di duemila e 700 euro in banconote di piccolo taglio. Il trentottenne è stato arrestato e dopo le formalità sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia