Non ha resistito più di tre giorni prima di uscire da casa, dove è ristretto agli arresti domiciliari, il noto “Lupin” di Schiavonea.
Infatti al 30enne coriglianese erano state notificate dai carabinieri della compagnia di Corigliano Calabro lo scorso sabato le due ordinanze dispositive della misura cautelare agli arresti domiciliari, in quanto indagato per i reati di furto aggravato e rapina, commessi in tre distinti episodi fra luglio 2020 e gennaio scorso.
I fatti raccontano che nella serata di ieri i militari della Stazione di Corigliano Calabro Scalo effettuassero un controllo di routine al soggetto sottoposto alla misura presso la sua abitazione, dove veniva normalmente trovato, mentre altro personale in borghese, appostato a poca distanza dalla casa, si poneva in osservazione per vedere eventuali violazioni compiute dal 30enne.
In effetti dopo poco più di mezz’ora dal controllo effettuato, il “Lupin” ben coperto con sciarpa in collo, cappuccio e mascherina usciva furtivamente e a passo svelto dalla sua abitazione. I militari in osservazione iniziavano un pedinamento del soggetto, che si muoveva a piedi ed a memoria tra i vicoli di Schiavonea e dopo aver percorso alcuni chilometri, arrivava in piazzetta Portofino. Qui prendeva contatti con un ragazzo e quindi dopo circa 10 minuti decideva di rientrare. Nel frattempo una pattuglia dei carabinieri ritornava presso l’abitazione dell’uomo, dove ovviamente acclarava la sua assenza e lì aspettava il suo rientro.
I militari in osservazione continuavano a seguirlo anche nel percorso di ritorno verso casa e decidevano, quindi, di fermarlo prima che vi arrivasse.
L’evaso veniva sottoposto ad immediata perquisizione personale e qui la triste verità: veniva trovato in possesso di alcune inflorescenze di marijuana, che lo stesso dichiarava di aver appena acquistato per uso personale.
La sostanza stupefacente veniva sottoposta a sequestro amministrativo, mentre il soggetto veniva per tale motivo segnalato alla Prefettura di Cosenza per i provvedimenti che riterrà opportuno assumere.
Per l’evasione compiuta, invece, veniva dichiarato in stato di arresto e d’intesa con il magistrato di turno della Procura di Castrovillari, risottoposto agli arresti domiciliari, in attesa del processo. Ora per il noto “Lupin” è forte il rischio di tornare in carcere, anche perché i Carabinieri stanno effettuando accurate indagini su eventuali altre violazioni alla misura, compiute nei giorni pregressi.
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