Il Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Alfonso Scermino ha inflitto 4 anni e 6 mesi a Zangaro e 4 anni, 2 mesi e 20 giorni a Cardile. L'operazione, condotta dalla Guardia di finanza di Sibari per il tramite della Tenenza di Corigliano Calabro, era scattata lo scorso luglio coinvolgendo impiegati e avvocati della Sibaritide accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'aste giudiziarie del Tribunale di Castrovillari, alla corruzione in atti giudiziari ed alla rivelazione ed utilizzazione dei segreti d'ufficio. Sono questi i reati per i quali, a vario titolo e in concorso tra loro, hanno dovuto rispondere – secondo l’impianto accusatorio del sostituto procuratore di Castrovillari Luca Primicerio – Giuseppe Andrea Zangaro, 44 anni, impiegato del comune di Corigliano-Rossano ritenuto l’organizzatore del gruppo criminale, e Carlo Giuseppe Cardile, avvocato 50enne, che nel frattempo aveva assunto le funzioni di Gop, giudice onorario di pace, al Tribunale di Crotone. Per questo motivo, vista l’incompetenza del Gip di Castrovillari, il secondo troncone dell’inchiesta era a Salerno che ha competenza territoriale per le indagini sui giudici calabresi. Ad inchiodare i due sarebbero, soprattutto, due intercettazioni nelle quali i due pattuirebbero una somma per l’acquisto “con l’aiutino” di un terreno e/o di un fabbricato ad un’asta truccata. Un accordo sugellato anche da un’altra intercettazione ambientale nel quale uno dei due imputati avrebbe raccontato alla moglie i dettagli dell’accordo. Per questa operazione, per la prima volta, è stato usato il trojan, installato sui telefoni degli indagati, utilizzato per le intercettazioni in modalità ambientale. *Zangaro e Cardile non sono stati condannati per associazione come in un primo momento erroneamente indicato. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori