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Terme Luigiane, ancora tanti dubbi e soprattutto tante paure

«Quanto sta accadendo alle Terme Luigiane determina un precedente unico che stravolge il senso della legalità. E nessuno ha impedito l’esproprio abusivo». Attacca ancora la Sateca. «I sindaci erano a conoscenza della disponibilità della società di consegnare i beni ma hanno preteso che la Sateca accettasse la data per la chiusura del rapporto (30 vovembre 2021). Ma a chi giova la situazione? «Adesso inizieranno i contenziosi legali e il tutto passerà nelle mani degli organi giudiziari. E questo potrà incidere sul bando di gara per la ricerca del muovo sub concessionario». «Una situazione di non ritorno che non lascerà più spazio al dialogo e alla trattativa». Sono le parole dei lavoratori sfiduciati e preoccupati dello stato di cose.

L’acquisizione dei beni in uso alla Sateca da parte dei due comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese prosegue. Le maestranze sono contrariate che non si sia dato luogo a un accordo tra le parti che pregiudica il futuro. Per adesso sono tutti in cassa integrazione, ma a fine marzo rischiano l’effettivo licenziamento da Sateca. Le operazioni di apprensione, ad ogni modo, vanno avanti ed allo scopo di facilitarle, i sindaci si appellano al buon senso della società e dei suoi legali rappresentanti, affinché tutto avvenga in maniera bonaria. Prossimo appuntamento fissato a mercoledì prossimo. I Comuni attaccano adesso anche l’ex governatore della regione: «La gestione di Mario Oliverio, per le Terme Luigiane, ha prodotto soltanto incertezze, che oggi si riflettono, negativamente, sul futuro del comparto. Non a caso, vi è da ricordare che, nel 2018, il sindaco di Guardia Piemontese, fu costretto a rivolgersi, alla Procura della Repubblica di Paola, per denunciare e per chiedere che venissero accertati i motivi dei ritardi, da parte della Regione Calabria, nell’espletamento dell’iter burocratico di trasformazione, della concessione, da perpetua a temporanea».

Bruno Bossio

"La Regione Calabria dovrà tempestivamente intervenire per evitare una definitiva e, forse, irreversibile chiusura delle Terme Luigiane". Ad affermarlo è la parlamentare del PD, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: "La Regione non può essere omissiva e rinunciare ad esercitare il ruolo che le compete come ente proprietario delle acque. È innanzitutto opportuno che si rispettino gli impegni assunti con il Protocollo di Intesa, stipulato nella sede della prefettura di Cosenza, tra Regione, Comuni interessati e società subconcessionaria dell'uso delle acque. In particolare, tale protocollo prevede la continuità del servizio "fino all'effettivo subentro del nuovo concessionario". Oggi, invece, sono stati, di fatto,  interrotti i servizi. La sospensione delle attività - spiega la parlamentare- significa non garantire circa 500 mila prestazioni sanitarie che annualmente vengono erogate. Un danno enorme alla utenza ed alla immagine di una struttura termale tra le più importanti del Mezzogiorno d'Italia. La continuità del servizio non è ostativa alle azioni propedeutiche al superamento del regime di prorogatio. Non si tratta, dunque, di prorogare all'infinito la gestione del servizio. Oggi il rischio concreto, invece, è quello che si chiudano i battenti, senza alcuna prospettiva di riapertura, dal momento che si profilano solo contenziosi giuridici,con il rinvio sine die della ripresa delle attività. Il danno che ne consegue - prosegue la deputata- sarebbe verosimilmente quello dell'abbandono di un'importante e qualificata struttura sanitaria. Gli effetti sarebbero devastanti, inoltre, per i livelli occupazionali per la perdita del lavoro di almeno 500 addetti tra occupati e indotto, nonché per l'abbattimento di considerevoli flussi turistici che annualmente  vengono attratti grazie alla offerta termale. Non si tratta, pertanto, di fare alcun favore alla attuale gestione della subconcessione, ma di pervenire, attraverso un legittimo procedimento amministrativo, a definire, in maniera coerente alla normativa vigente, il ruolo della Regione  e dei Comuni sulla titolarità e sulla tipologia della concessione e  consentire in tempi rapidi di selezionare, attraverso l'espletamento di una trasparente procedura concorsuale, il soggetto subconcessionario. A questo fine - afferma infine la parlamentare del PD- sarebbe opportuno che la Giunta regionale convochi  i Comuni, e parti sociali e l'attuale società subconcessionaria, per stabilire le azioni amministrative necessarie e indicare un cronoprogramma per garantire, in tempi certi, la transizione e l'accesso verso una fase risolutiva delle modalità di concessione delle acque e di gestione dei servizi".

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