
Sindacalisti e operai dovevano stare muti. I diritti dei lavoratori erano cartastraccia nelle aziende che gravitavano nell’universo economico della famiglia Forastefano. L’unica legge in vigore era quella non scritta, ma promulgata all’occorrenza e declamata a voce – con formule più o meno arcaiche – dai diretti interessati. Nelle carte dell’inchiesta denominata “Kossa” – coordinata dal capo della Procura antimafia Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Alessandro Riello – ci sono due episodi che raccontano come venivano intessute le relazioni sindacali e ricomposte le rivendicazioni dei lavoratori.
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