«Solo la legalità può generare giustizia. È necessario un movimento civico, serio, che deve diventare diventare di popolo, come chiede spesso Papa Francesco. E se dobbiamo essere fratelli e sorelle tutti, la fratellanza non può che cominciare dalla giustizia».
Il vescovo di Cassano all’Jonio, Francesco Savino, scuote le campane delle coscienze di tutti a seguito dell’operazione “Kossa”, che, come ha rispolverato il nome più antico della comunità cassanese, ha confermato la pervasività e diffusione della malapianta criminale, del malaffare e delle connivenze.
Lo Stato deve esserci. Il presule, che come Diocesi nella Sibaritide e nell’area del Pollino ha messo in cantiere iniziative imprenditoriali e occupazionali, oltre che sociali e di solidarietà, si rivolge all’altro grande pianeta dell’universo istituzionale, chiedendo allo Stato di essere ancora più presente. Non solo dal punto di vista repressivo, nel quale, come dimostra anche quest’ultima inchiesta, c’è e si fa sentire, ma anche per quanto riguarda lo sguardo al futuro, la programmazione, la garanzia di occasioni differenti, legali, a quanti non sanno come sbarcare il lunario e quindi diventano facili prede della malavita. « Serve più vigilanza, ma lo Stato dev’essere presente anche soprattutto quale fonte progettuali. Il Recovery Fund e la Netx generarion Eu – insiste monsignor Savino – devono essere un’occasione imperdibile per la Calabria. I cittadini devono essere protagonisti con un patto intergenerazionale per sviluppare la cultura della legalità e della giustizia, non delle elemosine e degli amici degli amici».
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