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Donna lapidata dalla 'ndrangheta nel Cosentino, il racconto del pentito

Il padrino pentito di Cosenza, Franco Pino, rivela i particolari della barbara lapidazione compiuta perché la vittima, dopo essersi separata dal marito, aveva iniziato una relazione con un muratore del luogo

Franco Pino

Una donna lapidata dalla 'ndrangheta. Si chiamava Annamaria Cozza e venne rapita e uccisa nel 1991, a Cosenza. La donna, originaria di Paterno Calabro, lavorava nel capoluogo bruzio come dipendente di una impresa di pulizie. Fu prelevata in piazza Fera, con la scusa di darle un passaggio, portata in una campagna del Savuto, legata a un albero e ammazzata a colpi di pietra. Selvaggiamente. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. È l'ex boss cosentino Franco Pino a parlarne e, prima di lui, l'aveva fatto a metà degli anni 90 del secolo scorso con gli allora pm di Cosenza Maria Teresa Dieni e Davide Ognibene (quest'ultimo oggi in servizio alla Dda di Trento) il collaboratore di giustizia Giuseppe Bonfiglio. Le indagini avviate dai magistrati non approdarono all'epoca a risultati significativi e il caso venne archiviato. Ma ora il padrino pentito di Cosenza, Pino, rivela i particolari della barbara lapidazione compiuta perché la vittima, dopo essersi separata dal marito, aveva iniziato una relazione con un muratore del luogo, Gianfranco Fucci, assassinato l'anno prima, nel 1990.  La Cozza dopo la morte violenta del nuovo compagno si diede da fare per fare arrestare i colpevoli e, soprattutto, per  smentire che Fucci fosse coinvolto in un traffico di droga. Per mascherare la vera ragione del delitto, infatti,  legata alla relazione che la vittima aveva con la donna, dopo averlo ucciso a fucilate fu nascosta dai killer nella sua auto una busta contenente sostanza stupefacente in modo da sviare le indagini. Annamaria Cozza sapeva bene che Fucci non vendeva droga e tentò in tutti i modi di farlo capire alle forze dell'ordine finendo a sua volta ammazzata. Della eliminazione di Fucci, oltre Pino, ha parlato pure il suo vecchio luogotenente, Umile Arturi, a sua volta diventato collaboratore di giustizia. Franco Pino ha scritto recentemente  un libro di memorie che appare impressionante per i contenuti: il volume s'intitola "Il boss degli occhi di ghiaccio - Le confessioni di un grande capo della 'ndrangheta" . Il testo è stato curato dal giornalista Pino Nicotri, ex giornalista de l'Espresso e autore di numerosi libri. Nel volume Franco Pino parla del caso di Annamaria Cozza riportandolo alla ribalta affermando: «L'hanno ammazzata a pietrate. È morta lapidata come facevano nella Bibbia con le prostitute e le mogli infedeli». Questo caso venne seguito anche da Gazzetta del Sud che rivelò cosa era accaduto basandosi sull'iniziale racconto del pentito Bonfiglio. Franco Pino conferma adesso quella versione parlandone pubblicamente nel testo realizzato a proprio spese.

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