«Tutto cambia perché nulla cambi»: una delle più celebri frasi de “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ben si addice alla difficile situazione in cui versa da mesi il Pronto soccorso del più grande ospedale della Calabria settentrionale. Il nosocomio dell’Annunziata di Cosenza paga l’alto prezzo della mancanza di medici, infermieri e operatori di supporto sanitario. Un prezzo che divide con in pazienti che quotidianamente affollano il reparto in cerca di assistenza adeguata. Il riacutizzarsi della pandemia da Covid non fa che peggiorare le cose. E ad emergenza si aggiunge emergenza. E mentre cambiano i vertici aziendali e variano le mappe del potere nell’Asp e nell’Ufficio del commissario, il quadro del disagio per personale e degenti rimane sempre uguale. Nei mesi scorsi, i sanitari in servizio avevano scritto una lettera di denuncia - ch’era pure un appello - ai massimi organi istituzionali chiedendo l’invio di rinforzi. Già, perchè sui 22 medici previsti quelli in servizio effettivo erano solo sette. Può ben comprendersi quanto complicato sia affrontare le difficoltà con un numero tanto risicato di operatori costretti - per giunta - a saltare spesso pure i turni di riposo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria