Cosenza

Sabato 23 Novembre 2024

Cosenza, il virus uccide ancora: 4 vittime in 24 ore

Facce livide e scavate di uomini e donne si agitano nel formicaio dell’“Annunziata”. È gente malata che fatica a respirare mentre aspetta in tenda o in ambulanza il luogo di cura. Servono letti, spazi, bombole d’ossigeno ma scarseggia tutto. E servirebbero medici, infermieri e oss che nel Pronto soccorso non è facile portare. Arriveranno presto tre dottori a tempo indeterminato ma intanto bisogna fare i conti con la fuga dei “camici bianchi” da Cosenza che da qualche anno è diventato percorso irreversibile. Anche il primario starebbe per lasciare, diretto al Nord. No, non è solo il lavoro, i carichi disumani, la mancanza di riposo, le difficoltà di mesi di turni senza pause per il covid. È, piuttosto, quel senso di vita che rimane sospesa anche oltre la pandemia. Nelle stanze della degenza del pronto soccorso continuano a sostare dai 35 ai 40 pazienti al giorno in attesa di una collocazione che, spesso, non arriva perché nei reparti non ci sono posti letto. È ciò che è sopravvissuto a oltre dieci anni di commissariamento scandito da dannosi piani di rientro lacrime e sangue voluti dalla politica per sanare bilanci praticamente insanabili. Un’operazione che ha prodotto lo smantellamento degli ospedali periferici facendo affluire all’“Annunziata” malati più o meno gravi da una provincia enorme. La politica ha pensato a tutto ma non ha pensato ai malati perché in fondo, le persone non possono ammalarsi perché chi sta male diventa un pericoloso costo sociale. Non andatelo a dire ai 71 nuovi positivi inseriti nella contabilità delle ultime 24 ore insieme a due nuovi ricoveri e a 4 vittime. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza

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