Il sindaco, Marcello Manna, intanto contrattacca. Con una lettera indirizzata al ministro delle comunicazioni Giancarlo Giorgetti, al direttore di Rai Tre, Franco Di Mare, oltre che al presidente e ai componenti della commissione di vigilanza Rai e dell’Agcom, Manna ritiene «inopportuno trattare fatti che sono contestualmente oggetto di un processo in corso. Gli imputati di Rinascita Scott vedono la tesi dell’accusa esaltata e presentata quasi come se fosse una sentenza già emessa. Una versione unilaterale che non risponde ai parametri del diritto alla informazione che deve essere completa e non di parte. E tuttavia, appare inopportuno rendere di pubblico dominio atti che attengono alla fase delle indagini durante la formazione della prova in fase dibattimentale. Si condiziona colpevolmente il giudizio e l’intero processo», scrive. «Nel servizio andato in onda il conduttore sostiene che avrei consegnato una busta al dott. Petrini e successivamente, descrive Petrini nell’atto di contare banconote. In contemporanea viene mandato un video in cui realmente il giudice Petrini conta delle banconote. A ben vedere si tratta di immagini che non appartengono al compendio di elementi che costituisce la ipotesi accusatoria mossa a mio carico. Un collage di immagini e video accompagnati dalla voce narrante del giornalista che induce in errore il telespettatore e lo conduce verso una realtà distorta imprimendo l’idea della inutilità di un processo», sottolinea, poi, il sindaco. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza