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Cosenza, spaccio di droga favorito... da un 85enne: cinque arresti

Il "vecchio" e la droga. La denuncia disperata della sorella di uno spacciatore preoccupata dai debiti che il fratello aveva accumulato e del pericolo che il congiunto correva, è all'origine dell'operazione scattata stamane a Cosenza. In azione i carabinieri della Compagnia cittadina, coordinati dal colonnello Piero Sutera, che hanno disarticolato una rete di spacciatori attiva nel capoluogo bruzio. Tra le persone coinvolte un anziano di 85 anni che favoriva le illecite attività di smercio dello stupefacente messa in piedi dal figlio. Contro di lui filmati e intercettazioni eseguite dagli investigatori dell'Arma. Quando i clienti non riuscivano a trovare il ragazzo a casa, potevano tranquillamente rivolgersi all'anziano genitore, il quale agevolava l’attività di spaccio. In un emblematico passaggio di conversazione telefonica da cui è possibile appunto ricavare il ruolo del genitore, si sente l’anziano padre chiamare telefonicamente il figlio per segnalagli la presenza di un ragazzo che lo stava cercando ed il figlio chiedere “dimmi cosa vuole … che vuole?”… risposta “e che vuole!?”, e l’altro afferma “vuole volare”… “passamelo passamelo”.  L'inchiesta è stata coordinata dal pm Margherita Saccà. «La nostra città galleggia sulla droga» ha ribadito il capo della procura, Mario Spagnuolo e le indagini condotte negli ultimi quattro anni dalle forze dell'ordine lo dimostrano ampiamente.

Sei le misure cautelari eseguite, di cui tre di custodia cautelare in carcere, due di custodia agli arresti domiciliari ed una dell’obbligo di dimora. I fattori contestati risalgono al 2019. A seguito delle prime attività di indagine svolte dopo le dichiarazioni rese dalla testimone è stato acclarato come l'uomo fosse coinvolto in una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

Nel corso del successivo sviluppo investigativo, i carabinieri sono riusciti a delineare la rete di spacciatori che, incessantemente, con frequenza oraria e dedizione maniacale, dimostrandosi sempre pronti a soddisfare ogni richiesta, hanno evidenziato di essere in grado di rifornire con droghe leggere e pesanti, anche cocaina ed hashish, alcune piazze di spaccio cittadine e della provincia cosentina. Le diverse attività captative nei confronti degli indagati, corroborate da importanti riscontri e sequestri a carico dei soggetti coinvolti in qualità di pusher o assuntori, hanno fatto via via emergere lo spessore e l’accreditamento degli stessi agli occhi degli assuntori. Le innumerevoli conversazioni captate hanno consentito di accertare centinaia di incontri fugaci con repentini scambi di dosi e denaro. Dinanzi all’evidenza della gran mole di elementi di prova raccolti, molti tossicodipendenti sentiti dai carabinieri, hanno ammesso di aver acquistato a più riprese sostanza stupefacente dagli indagati, rendendo informazioni assolutamente collimanti con quanto emerso dalle attività tecniche in ordine alle modalità di spaccio, ai luoghi delle cessioni, ai prezzi praticati, procedendo anche al riconoscimento fotografico degli spacciatori.

Gli stessi indagati, anche attraverso un linguaggio criptico, erano soliti contrattare telefonicamente il prezzo ed il quantitativo delle dosi da cedere, ed in molti casi pubblicizzavano gli effetti che la stessa sostanza avrebbe garantito sull’acquirente. Uno degli indagati riferendosi alla qualità della sostanza stupefacente era solito affermare frasi del tipo “stasera ti faccio volare compà!”, “stai volando!”, “come me sei volato”, “e poi domani e dopo domani ti faccio volare e stasera pure”. Da qui il nome dell’operazione “Fly” riferita appunto alla descrizione che alcuni degli arrestati utilizzavano dare per descrivere gli effetti della sostanza stupefacente venduta.

Lo stupefacente veniva fornito alla "rete" da un quarantacinquenne di Cosenza, ora arrestato.

Le attività tecniche, inoltre, hanno permesso agli investigatori, con l’importante contributo dei successivi riscontri emersi dall’escussione testimoniale, di accertare la commissione di ulteriori reati, maturati sempre nell’ambito dell’attività di spaccio.

Nello specifico, emerge un episodio di estorsione riguardante un orologio oggetto di furto, per la restituzione del quale uno degli indagati chiedeva alla vittima la corresponsione  di 1000 euro 1000,00. Nello specifico, la vittima, identificato in un dipendente orologiaio di una rinomata gioielleria di Cosenza, pagava la somma richiesta pur di rientrare in possesso dell’orologio di valore che gli era stato affidato per la riparazione.

I nomi degli arrestati

In carcere

Pierpaolo Guzzo (classe 78)
Massimo Volpintesta (classe 76)
Candido Perri (classe 66)

Arresti domiciliari

Manuel Forte (classe 89)
Francesco Guzzo (classe 36)

Obbligo di dimora

Giuseppe Caruso (classe 83)

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