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Rossano, detenuto nasconde una lametta in bocca e aggredisce un poliziotto

Non si placa la furia del detenuto di origine tunisina, affetto da problemi psichiatrici, protagonista di atti di violenza ormai all’ordine del giorno nel carcere rossanese

Il carcere di Rossano

Non si placa la furia del detenuto di origine tunisina, affetto da problemi psichiatrici, protagonista di atti di violenza ormai all’ordine del giorno nel carcere di Rossano. A solo due giorni di distanza dall’aggressione a colpi di calci e pugni in testa ad un agente della polizia penitenziaria, nella giornata di ieri l’uomo ancora una volta si è rivoltato in maniera violenta. Una situazione che ha portato il personale operante nel reclusorio rossanese, a minacciare lo stato di agitazione.

Questa volta, ad essere aggredito è stato un ispettore della polizia penitenziaria, colpito più volte con una lametta che il detenuto aveva nascosto in bocca. Per fortuna i fendenti hanno colpito l’ispettore solo sugli abiti, senza andare in profondità e causargli ferite. L’uomo ha anche causato danni all’interno della stanza detentiva. “La situazione non è più gestibile - affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario Nazionale - a causa dei continui e ormai quotidiani episodi di violenza che mettono in crisi l’ordine pubblico interno, oltre all’incolumità fisica degli operatori, soprattutto della polizia penitenziaria che è il primo baluardo posto a difesa della sicurezza”.

Operatori che, tra l’altro, si fa notare, intervengono a “mani nude” e senza un protocollo operativo che da tempo la sigla sindacale sta sollecitando all’amministrazione penitenziaria. “Non si può Intervenire in questi casi senza l’ausilio di scudi e manganelli, anche se sarebbe opportuno dotare il Corpo del taser, come arma di reparto”. Alla luce dell’ennesima aggressione, la sesta ad opera del medesimo detenuto e la terza negli ultimi tre mesi, se non interverrà il trasferimento del detenuto nei prossimi giorni, il Sappe annuncia che il personale del carcere di Rossano valuterà l’opportunità di iniziare lo stato di agitazione e ogni forma di protesta consentita dalla legge. “Questi detenuti devono essere gestiti in reparti idonei, di cui Rossano non dispone”.

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