Correva l'anno 1991 quando nelle sale cinematografiche statunitensi imperversava la paura impersonificata da un sontuoso Anthony Hopkins, protagonista del cult “Il silenzio degli innocenti”: Hannibal Lecter, un sadico serial-killer che si era macchiato di crimini indicibili, con una spiccata predilezione per la psicologia. Paura, psicologia e silenzio sono elementi fondanti anche della trama a tinte rossoblù. L'ennesima stagione thriller per i tifosi bruzi che da oltre un anno sono costretti a indossare una “museruola” a forma di mascherina che li tiene lontani da tutto. Anche dalle passioni più viscerali come quella per il Cosenza calcio.
Il silenzio dei “colpevoli”
Già, il silenzio. Ancora una volta alla vigilia della partita di campionato non ci sarà nessun tesserato rossoblù che si presenterà ai microfoni (si fa per dire, dato che da ormai un anno, a causa della pandemia e dell'impossibilità di potersi interfacciare vis-à-vis con i rossoblù, le conferenze si traducono in una serie di risposte in “post-produzione” a una serie di domande, ma senza il contraddittorio immediato). E questo perché il clima che si è creato attorno alla squadra è pesante. Ogni parola ambigua, seppur detta in buonafede, rischia di ritorcersi contro. Resta comunque un silenzio dei “colpevoli”, di chi sa che la sta combinando grossa e anche quest'anno dovrà sperare nelle congiunzioni astrali per salvare la pellaccia. La stessa tifoseria, ormai da tempo, sta mandando messaggi inequivocabili indirizzati al presidente Guarascio. Nelle ultime ore, però, ce n'è stato anche per la squadra, rea - secondo i supporter del Cosenza - di non lottare a sufficienza. Il tracollo in classifica è anche figlio di un atteggiamento indolente che proprio non va giù. La retrocessione è l'incubo di qualsiasi supporter, quale che sia il colore dipinto sulla propria epidermide, ma una retrocessione dipesa dall'arrendevolezza è un qualcosa che va ben oltre lo stesso incubo. Nessuno vuole continuare a convivere con questo terrore addosso. Nessuno vuole incrociare lo sguardo di un destino che anche quest'anno sta divorando la serenità di tutti. Come un sadico serial killer.
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