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Cosenza, il mistero del cadavere trovato in casa nel centro storico: eseguita l'autopsia

La morte di un quarantaquattrenne avvenuta in vico Padolisi è diventata un “giallo”. Indago la Procura

Il corpo di un uomo in fondo a una rampa di scale. Una ferita alla testa e accanto un coltello. I vigili del fuoco sono entrati nell’abitazione di vico Padolisi, nel centro storico di Cosenza, allertati da un congiunto della vittima: non lo vedeva e sentiva da alcuni giorni e si è insospettito. La presenza dell’arma bianca e la chiazza ematica sotto il cadavere hanno indotto i soccorritori a richiedere l’intervento della Polizia. E sul posto sono arrivati gli investigatori della sezione omicidi della Mobile, diretti da Fabio Catalano. L’uomo deceduto si chiamava Fabio Calanni, 44 anni, originario di Piano Lago ma residente nel capoluogo bruzio. Viveva da solo, non aveva problemi giudiziari, né grilli per a testa ed era benvoluto. Nello stabile aveva posizionato un impianto di videosorveglianza. L’occhio delle telecamere, dunque, avevano ragionevolmente ripreso almeno una parte dei suoi movimenti. Allertata la procura di Cosenza, guidata da Mario Spagnuolo, la direzione dell’inchiesta è stata subito assunta dal pm Domenico Frascino.
La controversa scena del ritrovamento della salma ha indotto il magistrato inquirente a disporre l’esame autoptico. Se c’erano un coltello e un morto occorreva prima capire se le cause del decesso fossero ascrivibili a dei colpi inferti con una lama. I poliziotti, nel frattempo, sono stati delegati dal pm a visionare tutte le immagini girate dalle telecamere. Fotogramma per fotogramma, gli investigatori del questore Giovanna Petrocca, hanno seguito tutti i movimenti di Calanni che, ad un certo punto, è stato nitidamente notato con il coltello stretto nella mano destra. E con l’arma da taglio in pugno si è avvicinato alla porta d’ingresso senza, tuttavia, far entrare nessuno. Poi è uscito dalle inquadrature. Cosa sia accaduto successivamente è difficile stabilirlo. Punto di domanda: come è precipitato giù per le scale? Ha perso l’equilibrio? Ha avuto un malore? Nessuno, al momento, è in grado di rispondere con certezza. Gli accertamenti necroscopici eseguiti dai medici legali nominati dalla Procura hanno escluso la presenza sul corpo del quarantaquattrenne di ferite da punta o da taglio. Quindi, Fabio Calanni non è stato accoltellato. E la vasta ferita alla testa? Secondo i consulenti sarebbe perfettamente compatibile con la caduta. Dunque, siamo al cospetto di una morte accidentale e non di un delitto? È presto per trarre delle conclusioni.
La porta d’ingresso dell’abitazione, posta su due piani, non risulta tuttavia oggetto di forzature o manomissioni perciò se qualcuno vi è entrato lo ha fatto con il consenso della vittima. Ma perché Calanni girava per casa brandendo un coltello? Temeva per la propria incolumità? Domande senza risposta. Per ricostruire con ancora più precisione le ultime ore di vita dell’uomo, i poliziotti riesamineranno tutti filmati girati dalla videosorveglianza alla ricerca di ogni utile indizio per giungere, in tempi brevi. alla verità. Nelle prossime ore il quadro dovrebbe essere più chiaro. I magistrati aspettano di conoscere l’esito degli accertamenti prima di decidere le prossime mosse.

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