Il Cosentino resta un mondo sospeso tra cielo e terra, tra speranza e disperazione. E, soprattutto, tra presente tossico e futuro incerto. Il virus non smette di scorticare la pelle di questa provincia con una cattiveria che non si nota in nessun altro luogo della Calabria. Da settimane, Cosenza è precipitata nell’abisso dei numeri che tengono la sua curva in un angolo di cielo che si allontana dopo ogni conteggio. Nelle ultime 24 ore, le diagnosi finite a referto sono state 213 individuate attraverso la lavorazione di 1.218 tamponi totali con un tasso di positività di 17,5%. Dato sempre alto che staziona in un territorio pericoloso, lontano da ogni possibile strategia di contenimento. Questa vampata interminabile pesa, inevitabilmente, come un macigno sulla tenuta dei servizi assistenziali. Ieri, le terapie intensive ha raggiunto un nuovo picco di presenze con 26 intubati divisi tra l’“Annunziata” (18), Catanzaro (5) e Rossano (3). Sempre alta l’occupazione dei reparti Covid con 231 ricoverati, 31 dei quali distribuiti tra i due ospedali di Catanzaro e quello di Reggio.
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