La rete composta da Approdi, collettivo di lavoratori dello spettacolo e della cultura della Calabria, insieme ad altre realtà e associazioni di base dell’area urbana, oltre a singole individualità del territorio regionale, si è riappropriata simbolicamente per un giorno del Teatro Rendano di Cosenza. «Dopo un anno di incontri, di riflessioni e mobilitazioni dal basso - raccontano gli operatori del comparto - crediamo sia arrivato il momento di ritrovarsi fisicamente per prendere nuovamente la parola». Sulla facciata del teatro cosentino è stato esposto uno striscione con scritto «Senza cultura l’anima muore. Lavoro, reddito, diritti, tutele». Nel pomeriggio, un dibattito all’interno del teatro cosentino e per consentire l’accesso a chi vorrà partecipare - sempre nel rispetto del distanziamento sociale - sono stati eseguiti dei tamponi rapidi, in modo da consentire lo svolgimento della manifestazione in totale sicurezza. «Senza un intervento definitivo - spiegano gli organizzatori - e il più possibile unitario, le conseguenze di questa crisi saranno drammatiche. Stiamo già assistendo a ricadute insostenibili sulla vita dei lavoratori, sulla salute dell’intero comparto dello spettacolo, specie per le attività più piccole che non hanno la possibilità e la forza di riaprire senza sostegni concreti». (ANSA).