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Terme Luigiane di Acquappesa, Molinaro: "La Regione proceda a un bando per la gestione"

Il consigliere regionale della Lega invita la Regione a dichiarare la decadenza della concessione ai comuni

La drammatica situazione delle Terme Luigiane va risolta con la decadenza della concessione ai comuni. Il Direttore Generale del Dipartimento Attività Produttive della Regione Calabria ha gli strumenti per risolvere la situazione ed è chiamato a farlo nell’adempimento delle sue funzioni, ovvero con l’accertamento della decadenza della concessione provocata dai comportamenti contrari agli interessi pubblici, messi in atto dalle amministrazioni comunali. Per questo motivo – informa Pietro Molinaro Consigliere Regionale della Lega - ho inviato una richiesta al dott. Roberto Cosentino che, essendo a capo del Dipartimento Attività Produttive, ha la funzione di accertare i motivi di decadenza. Nella lettera -prosegue -ho richiamato le motivazioni delle delibere di giunta regionale e tutto l’iter che ha condotto alla trasformazione della concessione ai comuni, da perpetua a temporanea, ai sensi del decreto legislativo 152/2016 e della legge regionale 40/2009.

In tutti gli atti la Regione Calabria ha doverosamente palesato l’intento di perseguire il preminente interesse pubblico di garantire lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse termali, l’effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali rientranti nei Livelli Essenziali di Assistenza ed carico del Servizio Sanitario Nazionale) ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Tutti obiettivi che le amministrazioni comunali di Guardia Piemontese ed Acquappesa stanno calpestando con i loro comportamenti.

Primo fra tutti, il nuovo regolamento di utilizzo delle acque che non consente il funzionamento degli stabilimenti esistenti. A seguire, la deviazione delle acque termali dalle condotte, con il conseguente danneggiamento irreversibile delle adduzioni e dei fanghi. In ultimo la pretesa di un onere di sub-concessione ingiustificato e sproporzionatamente maggiore rispetto agli oneri dovuti dai comuni alla Regione Calabria. Questi comportamenti dei comuni sono in palese violazione degli interessi pubblici ed hanno condotto alla disperazione i 250 dipendenti dell’attuale gestore, che vedono compromesso il proprio presente e futuro occupazionale. I calabresi ed i lavoratori in particolare, - conclude - hanno il diritto di attendersi dalla Regione Calabria un doveroso e concreto atto di tutela, che ho richiesto al Direttore del Dipartimento Attività Produttive, sollecitando, in ogni caso una risposta motivata.

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