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Rende, i “segreti” custoditi nel telefonino di Lisa Gabriele

Manca la password di accesso: l’esame dei dati contenuti nel cellulare sequestrato nel 2005 rimandato al 20 maggio

L'ex poliziotto indagato Maurizio Abate

Tutto rimandato. L’acquisizione dei dati estraibili dal telefonino di Lisa Gabriele è stata rimandata a giovedì 20. La ragione? Il cellulare rimasto sotto sequestro dal 2005 non può essere attivato in assenza del codice di identificazione. La scheda sim è naturalmente provvista di una password che dovrà essere recuperata attraverso il gestore telefonico. Fino ad allora la speranza di trovare tracce utili per far luce su questo delitto rimasto impunito rimarrà senza seguito. Legittimo domandarsi; al momento del ritrovamento del corpo della ventiduenne, avvenuto in un boschetto di Montalto Uffugo, non furono compiute verifiche sui contenuti dell’apparecchio di telefonia mobile? È probabile di si. Forse fu una delle prime cose che vennero fatte con la conseguente richiesta dei tabulati relativi ai contatti avuti dalla vittima nelle ore immediatamente precedenti al decesso, avvenuto la sera dell’otto gennaio di sedici anni addietro in un luogo diverso da quello del rinvenimento del cadavere. Forse in un appartamento di Rende. L’accertamento tecnico irripetibile era stato fissato per ieri mattina nella sede del comando provinciale dell’Arma: lì si sono ritrovati Marco Facciolla, legale dell’ex poliziotto Maurizio Mirko Abate, 51 anni, sospettato del delitto, il consulente di parte nominato dalla difesa e la polizia giudiziaria delegata dal procuratore Mario Spagnuolo e dal pm Antonio Tridico a svolgere l’estrazione dei dati. La mancanza del codice di accesso ha costretto i convenuti a disporre un rinvio.

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