Il virus sbuca all’improvviso dal suo nascondiglio riportando a galla i segni della sopraffazione nel destino di questa terra. Per giorni ha ingannato tutti, sembrando un’altra cosa, un essere meno selvaggio, meno vigoroso, non più capace di screpolare ancora i tessuti dell’umanità cosentina. Non correva più come aveva fatto per un mese e mezzo, quando aveva colpito con premeditata e improvvisata violenza le nostre comunità, piegandole, rendendole schiave e facendoci tremare per tutto quello che abbiamo perso in termini di speranza. I rassicuranti report dell’Asp per una settimana ci avevano mostrato una curva, ormai, piegata, nonostante una circolazione virale sempre alta tra i più giovani. Ieri il morbo si è ripreso la scena con una fiammata sottolineata da una crescita esponenziale dei nuovi positivi. Nelle ultime 24 ore ne sono stati individuati 187 con un tasso di positività alto (15,6%) generato dalla lavorazione di 1.199 tamponi.
Strage infinita La contabilità del dolore non si ferma mai. Ieri si sono aggiunte altre 4 vittime che portano il totale in questi primi sette giorni di maggio a quota 23. Quattro comunità in lutto (Cosenza, Luzzi, San Giovanni in Fiore e Zumpano), colpite nuovamente al cuore dalla tragedia del Covid. Una strage senza fine sulla quale riflettere proprio adesso che le misure di mitigazione del rischio saranno allentate.
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