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Coronavirus, a Cosenza corsie meno intasate. Altri tre morti

Il fiume in piena dell’infezione è ridotto, ormai, a un rivolo che si raggruma in 68 nuove diagnosi individuate attraverso la lavorazione di 884 tamponi (con un tasso di positività all’7,7%). Il virus rallenta, non corre più dentro una curva in picchiata con ospedali sempre meno intasati.

La rappresentazione grafica dell’andamento del contagio non è più la stessa di qualche settimana fa. Persino le corsie non sono più un triste regno della sofferenza e del dolore. Gli indicatori continuano a migliorare e consegnano un’aria quasi completamente ripulita dai miasmi di un morbo che sembrava indomabile. Tutta la malinconia, purtroppo, affiora da quella statistica del dolore che, purtroppo, l’Asp continua ad aggiornare.

Anche ieri, tre vittime (di Acquappesa, Spezzano Albanese e Mangone) che alzano a 43 il totale dei caduti nei primi 15 giorni di maggio. Tra i morti di ieri colpisce la storia di un 47enne di Mangone, che il 17 aprile giunse con un quadro severo in ospedale. Per lui la battaglia contro il virus vile e cattivo è proseguita in terapia intensiva. Quella fame d’aria è andata mana mano aumentando fino a togliergli il respiro. I suoi polmoni disseccati dal virus, hanno mollato progressivamente nonostante medici e infermieri abbiano provato a riprendergli quella vita che il virus gli stava rubando in fretta. Ma non c’è stato niente da fare. E sempre in Rianimazione s’è arreso un 71enne di Spezzano Albanese.

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