Sulla crisi delle Terme Luigiane vi è grande attesa per l'intervento risolutivo promesso da Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria.
I lavoratori rimangono in stato di mobilitazione. Ieri sera a tarda ora ad ultimatum scaduto, è arrivata la risposta alla proposta della Sateca per la continuazione delle attività termali. "Il solito gioco al rialzo - spiegano i lavoratori- che questa volta è evidentemente sfuggito di mano.
A fronte di una richiesta della Sateca di 40 litri/secondo di acqua termale calda, minimo necessario per come certificato da uno tra i massimi esperti in Italia di ingegneria idraulica, i Comuni hanno dato disponibilità a fornirne solo 10 l/sec alla "modica" cifra di euro 373.000,00 annui. Nella missiva è anche specificato che la richiesta di 40 l/sec (di cui solo 16 di acqua calda) avrebbe un costo di “appena” € 1.000.742,40".
I lavoratori giudicano assurda la richiesta "trova immediato riscontro nell’avviso esplorativo (quello spacciato per bando) che gli stessi due comuni hanno pubblicato settimane addietro e in cui per 40 l/sec di acqua termale e l’utilizzo degli immobili di proprietà comunale, si richiedono € 70.000,00 annui. Quindi, ci si chiede, come mai alla Sateca l’acqua verrebbe a costare più di 5 volte rispetto ad un eventuale altro soggetto"?
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