«Manca la volontà di fare chiarezza e giungere a una conclusione». In una nota Sateca contesta i due enti. Il Tribunale amministrativo regionale il 22 giugno scorso avrebbe dovuto decidere sulle sorti della concessione delle Terme Luigiane. Con il rinvio dell’udienza – al 13 ottobre – e senza un accordo la stagione termale sembra persa.
La Sateca, società subconcessionaria delle Terme Luigiane ritiene: «Incredibile la confusione di date, cifre e valori circolati in questi ultimi giorni». Il 26 maggio ha inviato ai due Comuni un’ipotesi di accordo che prevedeva: la fornitura di 40 litri al secondo di acqua calda termale, quantitativo minimo per far funzionare le proprie strutture, determinato da uno studio dell’ingegnere Paolo Veltri e il versamento di un canone annuo di 30mila euro per il 40% dell’acqua termale. I due Comuni versano alla Regione, per il 100% della risorsa idrotermale, 22mila euro. Il 9 giugno, i Comuni hanno proposto a Sateca la fornitura di soli 10 litri al secondo e un canone annuo che, per il primo anno era indicato in 93mila euro e, per i successivi anni, veniva fissato in 373mila euro.
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