Con un dissesto finanziario sulle spalle, l’impossibilità di aumentare l’organico di ulteriori 15 unità e, paradossalmente, l’aver proceduto alla stabilizzazione di 19 lavoratori appartenente al Bacino ex Lsu Lpu Calabria, assunti a 18 ore part-time invece che a 26, determina per il Comune di Cariati una vera e propria emergenza gestionale e funzionale. Rivedere la normativa per garantire il corretto funzionamento della macchina amministrativa, a beneficio dei servizi al cittadino.
È, in sintesi, quanto contenuto nella lettera indirizzata dal sindaco Filomena Greco al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, a quello dell’Interno, Luciana Lamorgese, al Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, al ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Maria Rosaria Carfagna, ai deputati e senatori eletti in Calabria, al presidente facente funzione della Regione Calabria, Nino Spirlì, per testimoniare la grave carenza di personale subita.
Il contesto giuridico–normativo – scrive il primo cittadino – conseguente alla dichiarazione di dissesto finanziario, avvenuta nel 2016, al quale sottendere e far riferimento per la programmazione delle assunzioni di personale, pone vincoli rigorosi e stringenti tali da non consentire alcuna implementazione della dotazione organica.
Il personale in servizio è di 40 unità, comprendenti le 19 unità di personale appartenente al Bacino ex Lsu Lpu Calabria, contrattualizzato a part-time per 13 ore aumentate a 18 ore settimanali, con il concorso finanziario di questo Comune pari a 70 mila euro annui. Allo stato è resa quasi impossibile la gestione degli innumerevoli servizi di competenza. La contrattualizzazione delle 19 unità, effettuata a decorrere dal 31 dicembre 2020, verosimilmente, ha determinato da tale data una particolare e complessa situazione di difficoltà organizzativa, che ha registrato la drastica riduzione dell’orario di utilizzo di tale personale dalle precedenti 26 ore a 13 ore portate con risorse dell'Ente alle attuali 18 ore settimanali. L’aver voluto procedere alla stabilizzazione del personale, anche per garantire loro una minima stabilità lavorativa e certezza nel proprio futuro, ha determinato una disparità di condizione tra gli Enti che, come questo Comune, hanno proceduto alla loro stabilizzazione e quelli che, traendo beneficio della relativa proroga disposta dalla normativa nazionale di riferimento, non hanno effettuato alcuna stabilizzazione continuando (con spese a totale carico dello Stato centrale e della Regione) a fruire di tale personale per 26 ore settimanali. L’entrata in vigore di una nuova normativa, che ha modificato il sistema di calcolo rispetto al precedente, per la capacità assunzionale degli enti locali ha, di fatto, determinato l’impossibilità di programmare e procedere all’assunzione di 15 unità, a fronte di sole 3 unità a part time consentite con tale vigente normativa di riferimento, sconvolgendo la programmazione di questo Comune, improntata a colmare le carenze croniche di personale nell’ambito delle diverse aree funzionali.
Questo Comune come i tantissimi altri che versano nella medesima situazione, non è nelle condizioni di garantire un minimo di programmazione e gestione delle proprie competenze e ciò diventa ancora più grave soprattutto alla luce del Piano Nazionale di ripresa e resilienza e dei progetti sia sociali che tecnici da predisporre e realizzare con lo stesso, al fine di consentire ai cittadini di questo lembo di terra di vedersi riconosciuti i diritti garantiti a tutti i cittadini italiani per tentare di colmare definitivamente il gap esistente con i comuni del Nord.
La problematica assunzionale dei comuni e soprattutto di quelli in dissesto e predissesto finanziario è stata più volte rappresentata a tutte le istituzioni superiori alle quali, ancora una volta, ci rivolgiamo chiedendo di non abbandonarci e di consegnarci gli strumenti per garantire il bene dei nostri territori.
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