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Acquappesa, i lavoratori delle Terme Luigiane rifiutano soluzioni-tampone

Il Pd non si arrende e preme per un ultimo tentativo

La stagione termale volge al termine. Sembra utopia parlare di riapertura a breve. Il Pd in ogni caso non si arrende e preme per un ultimo tentativo. Il circolo ha affrontato la questione della chiusura delle Terme Luigiane. Nell’ultima assemblea il giudizio dei presenti all’assemblea, pur nella diversità di accenti e valutazioni, conferma una lettura del tutto critica della situazione e dell’attuale grave esito.
A tal proposito è stata rilanciata la proposta di mediazione del 9 luglio sul canone provvisorio per salvare quello che resta della stagione termale 2021.

«A questo punto - si spiega - davanti ad una situazione che non vede passi in avanti, gli iscritti democrat auspicano che siano gli stessi lavoratori - che di questa crisi stanno pagando il prezzo più alto - a farsi interpreti attivi di un ultimo tentativo di mediazione sulla cifra del canone, invitando le due parti alla responsabilità del confronto, nell’esclusivo interesse di una soluzione pur transitoria della grave crisi in atto».

A riguardo però le maestranze non entrano nel merito delle trattative «perché non ci compete. E non siamo minimamente interessati e disponibili ad accettare soluzioni tampone solo per questa stagione e qualora l’azienda decida di accettare. Qualunque soluzione temporanea limitatamente a questa stagione, oramai bruciata, lo farà senza noi lavoratori».

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