Un manipolo di incivili continua a imbrattare di rifiuti le aree situate nei pressi del Parco archeologico nazionale della Sibaritide. Qualche giorno fa venne abbandonata una lavatrice, poi fu la volta di una cucina. Ma sono rimaste poco per strada: entrambe le occasioni erano troppo ghiotte per qualche rigattiere che s’è trovato a passare dalle parti del Parco archeologico di Sibari.
Avrà notato le due carcasse e le avrà caricate sul proprio apecar smanioso di smontarle per recuperarne i pezzi ancora utili e il ferro e il rame da rivendere al miglior offerente. Qualche giorno dopo qualcuno che ha rifatto il bagno di casa e avrà pensato bene di scaricare sulla solita piazzola sita all’ingresso del sito archeologico di “Prolungamento strada” (chiuso al momento al pubblico), posto difronte al più celebre e visitabile “Parco del cavallo”, i materiali di risulta derivati dall’intervento edile. A questi si è aggiunta anche qualche busta piena zeppa di spazzatura lanciata qua e là da qualche vandalo di turno che quotidianamente attraversa la Ss 106 jonica che costeggia le aree archeologiche e s’è dedicato alla tutt’altro che storica disciplina del lancio del sacco.
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