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L’ombra della massoneria deviata sugli appalti nell’Alto Tirreno cosentino

Le trame svelate dalle inchieste condotte dalla procura di Paola. Illeciti nella depurazione: la storia dell’indagato iscritto alla loggia

C’è l’ombra della massoneria deviata sugli appalti nell’Alto Tirreno cosentino. Non è la prima volta che le logge spuntano nelle indagini della Procura di Paola. Infatti, tra gli indagati nell’inchiesta “Archimede” c’è un iscritto alla massoneria. Si tratterebbe della stessa loggia nella quale i pm paolani si erano imbattuti quando, lo scorso gennaio, hanno ipotizzato l’esistenza di un cartello di imprenditori dedito a truccare importanti appalti pubblici tra Calabria e Basilicata. Su questo aspetto, pero’, vige il massimo riserbo e gli inquirenti hanno le bocche cucite. Si tratta di indagini delicate in corso, in cui ogni elemento è oggetto di complessi approfondimenti investigativi.
Nell’ambito dell’operazione “Archimede”, gli investigatori hanno scoperto che uno degli indagati risulta iscritto alla massoneria. Si tratterebbe – condizionale obbligatorio – della “Gran Loggia d’Italia, Obbedienza di Piazza del Gesù”, la stessa alla quale sarebbero iscritti tre indagati dell’inchiesta sugli appalti truccati. Infatti lo scorso gennaio la Procura, guidata da Pierpaolo Bruni, ha contestato a tre professionisti anche la violazione della Legge Anselmi. Uno dei tre ha consegnato agli investigatori la scheda di regolare adesione alla massoneria. Ma per l’accusa, l’ipotizzata associazione segreta avrebbe interferito sulle gare bandite dai Comuni dell’Alto Tirreno cosentino.

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