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Scuola, a Cosenza l’incubo del ritorno in classe...come un'estate fa

Non turba il sonno degli studenti ma inquieta i presidi costretti a fare i conti con problemi analoghi all'anno scorso. I docenti precari hanno ancora due giorni per scegliere la sede dell’immissione in ruolo

Un’estate fa la storia di noi due era un po’ come una favola... o forse un incubo. E adesso è quasi peggio. Lo cantano, più disperati che malinconici, i dirigenti scolastici cosentini a lavoro ogni giorno per capire se e come sarà possibile tornare in classe in presenza a partire dal prossimo 20 settembre quando in Calabria è prevista la prima campanella. Tra la variante Delta che galoppa minacciando anche e soprattutto ragazzi, e molti docenti che non vogliono saperne di vaccinarsi, la situazione appare ingarbugliata almeno come, appunto, un’estate fa...

I faccia a faccia

Inevitabilmente, come già accaduto lo scorso anno quando però non è che abbiano risolto molto, tornano di moda i tavoli i confronto tra i diversi palazzi interessati per garantire il ritorno di tutti in classe. A cominciare dagli studenti delle scuole superiori che sono quelli più a rischio e che pagano un prezzo salatissimo per Didattica a distanza e Didattica integrata, come raccontano anche le statistiche, anche se i problemi hanno radici più profonde. Ma certo la lontananza dalla classe non aiuta.
La Regione ha un ruolo chiave nella discussione perché è la responsabile dei trasporti che erano e restano l’anello debole, la ferita più profonda, il problema più serio. Chiamatelo come volete, cambia poco.
L’assessore all’Istruzione Sandra Savaglio ha convocato un confronto per i prossimi giorni, tenendo però fuori i sindacati regionali della scuola che perciò sono sul piede di guerra, determinati a rivendicare la centralità del loro ruolo.

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