Il sistema-salute calabrese resta prigioniero di una maledizione. Undici anni fa, da Roma, inviarono un commissario per ripulire i conti azzerando il debito. Ma il delirio di un’emergenza senza fine ha reso impossibile l’attraversamento delle dune. E così è finita con ospedali cancellati, posti letto tagliati, personale ridotto nelle corsie e con un passivo che continua a lievitare riducendo ulteriormente la qualità dell’offerta di servizi e assistenza. Soldi, tanti soldi. Molti dei quali servono per aggiornare i management delle varie aziende. Quel che resta non basta per le esigenze vere e tutti continuano a lamentarsi. Medici, infermieri, pazienti, parenti dei pazienti. Nessuno è soddisfatto di come funziona questa sanità nel Sud del Sud dell’Italia. Qui si vive drammaticamente più che altrove la crisi di posti nelle corsie, e la mancanza di personale sanitario e la qualità dei servizi che resta sotto la soglia.
Il giallo dell'elisoccorso
E, poi, c’è il giallo dell’elisoccorso che rende più complicata la gestione delle emergenze straordinarie nel Cosentino. Dal 6 agosto ha lasciato l’aviosuperficie delle Cannuzze e da quel momento, nessuno l’ha più visto. Il consigliere regionale Carlo Guccione continua a mantenere accesi i riflettori sulla vicenda avviando un’istruttoria ufficiale e chiedendo «tutta la documentazione attinente l’attività di elisoccorso e il contratto stipulato tra la Regione e la società che gestisce il servizio in particolare nella provincia di Cosenza, al fine di verificare eventuali inadempienze contrattuali visto che dal sei agosto l’elisoccorso non vola più dalla località “le Cannuzze” di Cosenza. È necessario, inoltre, verificare se si tratta di interruzione del servizio pubblico a danno della salute dei cittadini».
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