Consiglio comunale sciolto e così (l’ex) sindaco Franco Mundo passa dai domiciliari al divieto di dimora. Il Riesame ha sostituito gli arresti domiciliari all’ex sindaco di Trebisacce che torna così libero. Il Tribunale della Libertà, infatti, ha sostituito gli arresti domiciliari all’ex sindaco di Trebisacce Franco Mundo disponendo il divieto di dimora nel comune di Trebisacce. Mundo (difeso dagli avvocati Michele Donadio e Franz Caruso), che si era dimesso dalla carica di sindaco il 21 luglio scorso, è coinvolto nell’inchiesta “Mayor”, condotta della Procura della Repubblica di Castrovillari, ed è accusato di peculato, concussione, falso, reati elettorali e truffa a danno di Ente locale. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro (Giudice Gaia Sorrentino con a latere Luca Mercuri e Fabiana Giacchetti) ha confermato quasi in toto l’impianto accusatorio del pubblico ministero Luca Primicerio riconoscendo tutte le aggravanti dei primi sei capi dell’inchiesta mentre ha revocato la misura per il settimo (quello marginale e riguardante la presunta tentata corruzione per far passare un permesso di costruzione in sanatoria in cambio di una Vespa Piaggio 125 TS del 1969). L’attenuazione della misura cautelare è stata decisa dal giudice in virtù del fatto che, da ieri, Mundo non è più sindaco di Trebisacce per effetto delle dimissioni presentate venti giorni fa. Il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, per assicurare il normale funzionamento degli organi elettivi, ha incaricato della provvisoria gestione del Comune il dottor Carlo Ponte, Viceprefetto in quiescenza, conferendo allo stesso i poteri spettanti al Sindaco, al Consiglio ed alla Giunta Comunale. Con la decadenza dalla carica di sindaco sono venute quindi meno le esigenze cautelari della possibilità di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. A seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Sibari – guidata dal Colonnello Giuseppe Maniglio – a Mundo e ad altre 17 persone qui inquirenti contestano i reati di peculato, concussione, truffa a danno di Ente locale, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e formazione e/o uso di schede e atti falsi disciplinati dal Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle amministrazioni comunali destinati alle operazioni elettorali.