Il covid avanza dentro nuvole di polvere livida che ha ripreso a spandere su questa terra angosciata da oltre un anno e mezzo di paure e restrizioni. L’orizzonte si richiude davanti a questo virus che ha completato la mutazione della sua sequenza genomica in qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso e più aggressivo. Il rischio è che presto la pandemia, che i report della Regione, tra giugno e luglio, avevano ridotto a un evento ormai limitato in Calabria, possa trasformarsi in un nuovo sisma. In questa storia di sofferenza le parole di chi ha vissuto con il male nel corpo ed è guarito diventano il simbolo della speranza per chi crede nei miracoli. L’arcivescovo emerito di Cosenza Bisignano, già presidente della conferenza episcopale calabrese, monsignor Salvatore Nunnari, ha lasciato il Policlinico universitario di Catanzaro dopo aver vinto la battaglia con il covid. Adesso è a casa, in convalescenza, ma non dimenticato il fiato della belva che ha provato a prendersi la sua vita. «Sono stati giorni molto difficili – dice monsignor Nunnari –. Fondamentali sono stati il vaccino, che mi ha protetto dalle conseguenze più devastanti della malattia, e le cure ricevute dal professor Carlo Torti del Policlinico universitario di Catanzaro e dal professor Roberto Cauda del Policlinico universitario Gemelli di Roma. Ho sperimentato l’efficacia dei vaccini in prima persona e ho toccato con mano la professionalità e l’alto senso di umanità di questi medici. Il vaccino salva la vita. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza