Il Tribunale di Cosenza (sezione seconda civile, in composizione monocratica presieduto dal giudice Andrea Palma) ha condannato l’Azienda ospedaliera di Cosenza e un medico al risarcimento danni nei confronti dei familiari di Giovanna Cardamone, deceduta nell’aprile del 2010 nel reparto di Rianimazione dell’Annunziata. Sono state, quindi, pienamente accolte le tesi sostenute dall’avvocato Francesco Iacovino che ha rappresentato i familiari della donna, costituitisi parte civile. Il Tribunale, dopo oltre dieci anni dalla tragedia, ha ora accertato la responsabilità medica nella morte della donna che all’epoca aveva 47 anni. Si tratta di una vicenda complessa che è stata ricostruita attraverso gli atti del procedimento. Era il 29 marzo del 2010 quando la donna si recò al Pronto soccorso dell’Annunziata a causa di un forte mal di testa in compagnia di una sua amica. Quest’ultima dichiarò, poi, ai carabinieri che Giovanna Cardamone disse al medico del Pronto soccorso di avvertire «un fortissimo mal di testa associato a nausea e vomito, nonché forte bruciore all’apparato digerente e notevole calo della vista». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza