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Incendi, caccia ai piromani nel Cosentino. E l’Aspromonte continua a bruciare

A Rossano sono state circa 50 le famiglie evacuate presenti nell’area montana, fra cui le suore del Monastero delle Agostiniane, mentre sono ancora in corso i danni alle aziende agricole. A San Basile le fiamme hanno minacciato il centro abitato e 3 famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case

È stato un martedì di paura, rabbia e sudore. I roghi che sono divampati nel cosentino, in particolare nell’area montana rossanese di Corigliano Rossano e San Basile, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, hanno ancora una volta riportato alla ribalta la questione dell’emergenza incendi. Intesa come la mancanza di mezzi, uomini, e gestione dei meccanismi di intervento. Indietro non si torna. Nessuno restituirà ulivi secolari, chilometri di vegetazione lussureggiante, ma anche i ricordi e gli averi frutto dei sacrifici di una vita finiti in cenere come le case in cui erano custoditi.

A Rossano sono state circa 50 le famiglie evacuate presenti nell’area montana, fra cui le suore del Monastero delle Agostiniane, mentre sono ancora in corso i danni alle aziende agricole. A San Basile le fiamme hanno minacciato il centro abitato e tre famiglie hanno dovuto lasciare le proprie case. Ma la misura ormai è colma. «Non ho intenzione di arretrare di un passo e andrò in fondo alla questione, quanto meno per dare un segnale, avviare un percorso, far comprendere che le istituzioni ci sono, pronte a difendere i propri territorio e la propria gente».

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