Una situazione che sembra il preludio – più o meno palese, più o meno consapevole – di una chiusura, che i più considerano ormai ineluttabile. È quella inerente l’ospedale “Gino Iannelli” di Cetraro, ridotto ormai da tempo a poco più di un grande ambulatorio. Sale operatorie chiuse dal marzo 2020, a seguito della prima ondata pandemica (con il presidio quasi interamente dedicato alla cura dei pazienti Covid), fatta eccezione per gli interventi afferenti l’Urologia, effettuati fino allo scorso marzo-aprile, anch’essi interrotti a seguito della seconda ondata pandemica. Punto nascita chiuso dal 4 agosto 2019, a seguito delle ispezioni ministeriali e regionali resesi necessarie dopo il tragico evento verificatosi il 17 luglio dello stesso anno. L’unica sala operatoria al momento attiva è quella di Oculistica, tra l’altro recentemente ampliata, a scapito – e non si comprende il perché – del Servizio di Endoscopia. L’intero blocco operatorio, inoltre, sottoposto a interventi di ristrutturazione, che ne permetterebbero l’immediata riapertura e il ritorno alle normali attività chirurgiche. Insomma, un quadro molto preoccupante, relativo a una struttura il cui destino, così come già messo in evidenza, sembra ormai scritto, per volontà incomprensibili. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza