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Tirreno cosentino, estate da dimenticare: dal mare sporco alla spazzatura

Un’estate da dimenticare in fretta. Tra schiuma e chiazze marroni, diverse fette di litorale interdette alla balneazione e monnezza. Un’estate caratterizzata da problemi mai risolti che puntualmente tornano prepotentemente a galla. Un’estate di tubazione rotte (tante) e di acqua (poca) che è ancora una volta mancata nelle case dei cittadini di diversi paesi costieri. Una stagione estiva quella che stiamo quasi per lasciarci alle spalle che ha fatto da spartiacque tra terza e quarta ondata di una pandemia che ha messo in ginocchio per mesi interi operatori commerciali che tra luglio e agosto hanno poi cercato disperatamente di recuperare terreno da quelle grosse perdite che hanno caratterizzato l’inverno e la primavera. Ci saranno riusciti? Un bilancio si potrà fare tra qualche settimana. La voglia di vacanze è stata in ogni caso più forte del covid. Il caldo ha fatto il resto. Le città si sono svuotate e i litorali sono stati presi d’assalto. Di certo le prime tre settimane di agosto sono state quelle che hanno fatto registrare un maggior afflusso. Sold out in diverse località della costa. Difficile trovare posto per pernottare. In tanti ci sono comunque riusciti per poi trovare la sorpresa del mare sporco. E l’inquinamento ancora avanza. Fotografie e video, proteste e lamentele vengono affidati oggi alle casse di risonanza di associazioni e comitati.

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