Un cartello di professionisti che «mirava a eludere le norme sulla libera concorrenza e trasparenza degli appalti». I pm della Procura di Paola mettono nero su bianco le accuse ipotizzate nell’inchiesta sui presunti appalti truccati sull’Alto Tirreno cosentino, nota anche come inchiesta “appalti e massoneria”. Perché, infatti, ci sarebbe l’ombra delle logge massoniche deviate nell’affidamento di importanti lavori pubblici sulla costa tirrenica calabrese con interessi anche in Basilicata. Infatti, il provvedimento di chiusura indagini che, nei giorni scorsi, è stato notificato a sedici indagati fa ipotizzare che le indagini stiano proseguendo a ritmo serrato e anche in più direzione. Infatti, ciò che le stesse difese hanno notato è proprio la presenza di omissis in quel provvedimento che fa intuire che ci siano indagini in corso. Ma, sempre da quel provvedimento, emerge un altro dettaglio in tal senso. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza