Arresto convalidato, ma bocche cucite dagli inquirenti sul caso di Stefano Proglio, coriglianese di trentasette anni, ritenuto il responsabile del ferimento di Pasquale Semeraro, trentaquattrenne barista, anche lui coriglianese. Mentre le sue condizioni migliorano, resta ancora ricoverato in chirurgia all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, dov’era stato necessario trasportarlo, secondo i sanitari del pronto soccorso del Guido Compagna plesso ausonico dello spoke di Corigliano Rossano, per estrarre il proiettile che gli si era conficcato in petto. Uno soltanto dei tanti sparatati da Proglio che lo hanno colpito, mentre gli altri, forse per l’inesperienza del ragazzo, sono stati rinvenuti in una vetrina di un vicino esercizio commerciale di via Nazionale teatro del ferimento. Proiettili incontrollati che solo per pura fortuna non hanno colpito qualche malcapitato passante. L’ora di punta, la zona centralissima del centro abitato dello Scalo coriglianese e tanta gente per la strada è stata la location dell’inquietante episodio sui cui si cerca di fare chiarezza. Continuano le indagini dei carabinieri della compagnia di Corigliano al comando del capitano Cesare Calascibetta, che a seguito dell’arresto di Proglio, che ha precedenti per lesioni, prova a ricostruire il quadro entro cui questa brutta vicenda è maturata. I militari non sono del tutto convinti della versione fornita dal pistolero. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Cosenza