Il nuovo capo. Designato direttamente da Francesco Patitucci, boss di Cosenza e Rende, finito nei mesi scorsi agli arresti dopo aver rimediato una condanna all'ergastolo per il duplice omicidio di Francesco Lenti e Marcello Gigliotti, consumato nel lontano 1985. Roberto Porcaro aveva assunto ruolo e carisma del capobastone tanto da essere chiamato da amici e compari "zi Binnu" inneggiando al defunto capocrimine corleonese Bernardo Provenzano, storico personaggio di cosa nostra siciliano e componente del triumvirato composto da lui Luciano Liggio e Totò Riina che ha dominato col terrore l'isola di Trinacria per trent'anni. Porcaro si è conquistato i galloni sul campo, tra celle e manette. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, e in base agli atti contenuti nell'inchiesta "Crypto" culminata in 57 arresti, il cosentino manteneva saldi rapporti con Francesco Suriano, nipote del padrino di Amantea Tommaso Gentile, dal quale si riforniva della cocaina destinata ad invadere il mercato clandestino e le piazze di spaccio del capoluogo bruzio. La droga arrivava in Calabria, e in particolare nella Piana di Gioia Tauro, attraverso corrieri che partivano da Spagna e Olanda dopo essersi riforniti dai narcotrafficanti sudamericani e di Santo Domingo che spedivano in Europa la "polvere bianca" prodotta dall'altra parte dell'oceano. Roberto Porcaro è stato indagato, rinviato a giudizio e poi assolto per due omicidi compiuti a Rende e Cosenza: il primo, quello di Luca Bruni, reggente dell'omonimo clan, consumato nel gennaio del 2012 e l'altro di Giuseppe Ruffolo, compiuto nel settembre del 2011. Pur se imputato e in manette, il nuovo boss della 'ndrangheta cosentina ha sempre tenuto la bocca chiusa. Nel dicembre del 2019 è finito anche nelle maglie dell'inchiesta "Testa del serpente" condotta dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, che ricostruiva appunto gli interessi, gli affari illeciti e le gerarchie della criminalità organizzata attiva in riva al Crati e al Busento. Nell'inchiesta della Dda di Reggio con Porcaro risultano sottoposti a misura cautelare pure Alessandro Marigliano, 40 anni residente ad Amantea; Alessio Martello, 31 anni di Paola; Antonio Paletta, 37 anni residente a Roggiano Gravina; Gennaro Paletta, 31 anni residente a Roggiano; Giampiero Pati, 41 anni residente ad Amantea; William Pati, 50 anni residente ad Amantea; Francesco Suriano, 42 anni di Paola ma residente a Castiglione delle Stiviere; Giuseppe Trombetta, 28 anni di Paola e Pasquale Giovinazzo, 57 anni di Malvito (quest'ultimo assegnato agli arresti domiciliari). La coca proveniente dal Reggino via Sudamerica veniva complessivamente smistata - secondo la Guardia di Finanza - a Cosenza, Amantea, Campora San Giovanni, Fuscaldo e San Marco Argentano.